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Concorsi scuola dell’Infanzia, primaria, secondaria di I e II grado

Sono stati pubblicati i decreti ministeriali n. 205 (secondaria di primo e secondo grado) e n. 206 (infanzia e primaria) con i relativi allegati (Programmi e Tabelle di valutazione dei titoli).

Siamo in attesa della pubblicazione dei bandi.

 

DECRETO Secondaria di I e II grado

Allegato A Programmi Secondaria 

Allegato B_Tabella Titoli Secondaria

 

DECRETO Infanzia e Primaria

Allegato A_Programmi Infanzia – Primaria

Allegato B_Tabella Titoli Infanzia – Primaria

 

Una sintesi delle principali previsioni:

Domanda di partecipazione: può essere fatta in un’unica regione, per una sola classe di concorso per ciascun graddo e per il sostegno nel relativo grado. Per la scuola dell'Infanzia e la Primaria può essere fatta in ununica regione per tutte le tipologie di posto cui hanno titolo.

Chi concorre per più procedure dovrà presentare  un’unica istanza, indicando  tutte le procedure concorsuali a cui intende partecipare.

Istanza di partecipazione: si presenta su www.inpa.gov.it con il possesso delle credenziali SPID o di quelle della Carta di Identità Elettronica (CIE). E' necessario, inoltre anche essere abilitati al portale  Istanze on line”.

La pagina per presentare l'istanza di partecipazione è raggiungibile anche mediante lapplicazione Piattaforma Concorsi e Procedure selettive”,  accedendo al sito  www.miur.gov.it,  e  poi seguendo il percorso   Argomenti e Servizi > Servizi > lettera P > Piattaforma Concorsi e Procedure selettive, vai al servizio”.

Contributo di segreteria: sarà pari a 10 euro per ogni procedura e tipologia di posto per la quale si presenta listanza. Il pagamento si fa su Pago In Rete”, il cui link sarà reso disponibile allinterno della Piattaforma concorsi e procedure selettive”. Lavvenuto pagamento deve essere dichiarato nellistanza, cui va allegata – a pena di esclusione – la ricevuta.

Termini di  presentazione delle domanda: 30 giorni, che decorrono dalle ore 14.00 del giorno di pubblicazione del bando sul Portale Unico del reclutamento,  alle ore 23.59 del 29° giorno successivo a quello di apertura delle istanze.

 

Titoli di accesso per i docenti di scuola secondaria

Uno dei seguenti titoli:

  1. Abilitazione nella specifica classe per la quale si partecipa
  2. Titolo di accesso alla classe di concorso + 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022
  3. Titolo di accesso + 3 anni di servizio negli ultimi 5 nella scuola statale, di cui 1 nella classe di concorso specifica (per ogni annualità servono almeno 180 gg oppure servizio continuativo dal 1° febbraio agli scrutini).

Titoli di accesso per gli ITP

Uno dei seguenti titoli:

  1. Abilitazione specifica
  2. Diploma che dà accesso alla classe di concorso del tipo B (il titolo rimane valido fino al 31 dicembre 2024).

 

Titoli di accesso per docenti Scuola dell'Infanzia e Primaria

Uno dei seguenti titoli:

  1. Laurea in scienze della formazione primaria
  2. Diploma magistrale con valore di abilitazione e diploma sperimentale a indirizzo linguistico conseguiti presso gli istituti magistrali entro lanno scolastico 2001/2002

Titoli di accesso per  posto di sostegno

Specializzazione nel sostegno didattico per lo specifico grado, conseguita ai sensi della normativa vigente oppure  analogo titolo di specializzazione sul sostegno conseguito allestero e riconosciuto in Italia ai sensi della normativa vigente.

N. B. : Sono ammessi con riserva, nelle more della conclusione dell’istruttoria sul riconoscimento dei titoli, coloro che, avendo conseguito all’estero i titoli di cui ai commi precedenti, abbiano comunque presentato la relativa domanda di riconoscimento.

 

02/12/2023

Concorso Educazione motoria nella scuola primaria - Istruzioni operative

29/11/2023

FONDO ESPERO

Comunicato unitario di Gilda-Unams, Cgil, Cisl e Snals

L’adesione al Fondo Espero per “silenzio assenso” è un’eventualità che si realizza solo ed esclusivamente qualora il dipendente, al quale all’atto dell’assunzione vengono illustrate le possibili scelte a sua disposizione (aderire o non aderire al Fondo Espero), lasci trascorrere senza dare alcuna risposta il periodo di nove mesi che avrà a disposizione, da quel momento, per maturare la propria decisione. Come stabilito dall’accordo firmato dai sindacati all’ARAN, il neoassunto deve ricevere formale comunicazione dall’Amministrazione sulle scelte possibili, ivi compresa quella di non rispondere nulla: la mancata risposta ha come conseguenza l’adesione per silenzio assenso.

Lo stesso avverrà per tutto il personale assunto a partire dal 1° gennaio 2019, per il quale si seguirà sostanzialmente la stessa procedura, con la seguente tempistica:

• formale comunicazione con l’indicazione delle possibili scelte, che l’Amministrazione è tenuta a inviare al dipendente entro i nove mesi successivi alla sottoscrizione dell’accordo all’ARAN;

• nove mesi di tempo, a decorrere dall’avvenuta informazione, per decidere se aderire o meno al Fondo da parte degli interessati, quale che sia il tempo trascorso dall’assunzione in ruolo.

• In entrambi i casi, è consentito esercitare il diritto di recesso nei trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione dell’avvenuta adesione “silente”.

Ciò detto, è di tutta evidenza che la proposta di attivare ricorsi contro l’adesione per silenzio assenso è ai limiti del paradosso. Si deve infatti supporre che la lavoratrice o il lavoratore non intenzionato a aderire abbia lasciato trascorrere un considerevole lasso di tempo senza comunicare le proprie intenzioni all’Amministrazione, pur essendo stato informato espressamente di tutte le possibili opzioni e avvertito sulle conseguenze di una mancata risposta. Solo trascorso quel periodo, e non avendo dato alcuna risposta all’Amministrazione, si materializzerebbe l’atto da impugnare con un eventuale ricorso (iscrizione al Fondo Espero per silenzio assenso), eventualità che al momento, per ovvie ragioni, non sussiste.

Siamo dunque di fronte a un caso che potremmo definire di “procurato allarme”, frutto di una scarsa conoscenza dei contenuti dell’Accordo, ma ancor più del riflesso pavloviano che scatta, per qualcuno, ogni qualvolta si percepisce l’odore di un contenzioso su cui lucrare qualche facile consenso, alimentando ad arte preoccupazioni e paure (che in questo caso non hanno proprio alcun fondamento). È poi inqualificabile che lo si faccia ricorrendo a vere e proprie falsità, come quella dei paventati 1.000 euro di arretrati, calcolati non si sa come, laddove l’accordo stabilisce senza ombra di dubbio che i versamenti al fondo partono dal mese successivo a quello in cui avviene l’iscrizione a Espero.

Nulla riescono a dire, i promotori di questo fantomatico ricorso, sul tema che realmente interessa lavoratrici e lavoratori, quello dell’opportunità e della convenienza, per tutti e per ciascuno, di avere strumenti efficaci e di maggior tutela sul piano pensionistico, alla luce della sostenibilità che in prospettiva si può ipotizzare per le prestazioni erogate dal sistema previdenziale pubblico, vista l’incidenza di fattori che sarebbe insensato e autolesionistico ignorare. Ne hanno tenuto conto responsabilmente le organizzazioni sindacali promotrici del Fondo Espero, cercando di rispondere in modo efficace e concreto alla prospettiva di un diminuito rendimento dei trattamenti di pensione. Al quale sarà molto difficile porre rimedio con un ricorso. Chi fa davvero e seriamente sindacato, lo sa.

Roma, 25 novembre 2023

27/11/2023

Informazione Scolastica mese di novembre

22/11/2023

Di Meglio, scuola non sia ospedale di società malata

“Siamo sconvolti per la tragica fine di Giulia Cecchettin. 
Sull’assassino parleranno i giudici, difficile capire se sia un pericoloso folle o un cinico criminale. Intanto, come sempre, un profluvio di parole da psicologi, sociologi, avvocati e politici che chiedono di inserire nella scuola un altro insegnamento: quello dell’affettività. Puntuale come al solito il richiamo all’importanza della scuola nella crescita dell’individuo, peccato però che ci si ricordi del suo valore e del rilevante contributo dei docenti solo dopo tragici avvenimenti. Non so quante volte abbiamo ascoltato richieste come questa su una moltitudine di temi, ma la scuola non può ridursi all’ospedale di una società malata, l’educazione dei nostri ragazzi deve partire dalla famiglia che deve tornare a saper dire di no e mettere dei limiti ai propri figli. Ma soprattutto l’educazione passa attraverso l’esempio virtuoso dei genitori, alla capacità di trasmettere valori e principi sani e di rispetto reciproco. Senza questa fondamentale premessa la scuola, anche inserendo decine di ore dedicate all’argomento, potrà fare ben poco”. Lo dichiara in una nota Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

22/11/2023